domenica 10 gennaio 2016

Alla ricerca del referendum confermativo perfetto (2° parte).


Siamo parzialmente soddisfatti. Non speravamo tanto. Ma “chi si accontenta gode” dice un problema. Conosciuto chi è responsabile della nostra parziale soddisfazione è già tanto che essa si sia potuta manifestare. Stiamo parlando di Eugenio Scalfari che nel suo articolo domenicale di oggi è ritornato sul referendum costituzionale “confermativo” cui Renzi ha legato il suo destino politico, compiendo notevoli progressi rispetto all'articolo precedente di domenica scorsa che noi abbiamo criticato.
Scalfari ha scritto oggi che la sua ipotesi, di un risultato elettorale che rischia di avere come protagonisti solo due elettori su tre, è che la maggioranza dei due che possono votare a favore di Renzi è “evidentemente” da considerare un’iperbole. In più ha cambiato opinione sull’ordine di grandezza, affermando che anche se il numero dei votanti sarà di “alcune centinaia di migliaia” su 40 milioni il problema persiste.
Dunque, almeno sul piano dell'ordine di grandezza, Scalfari ci ha dato ragione. Spostare la previsione da tre elettori a trecentomila (matematicamente individuabile da un numero approssimato esponenzialmente da 100 a 105) significa aver aumentato di ben cinque ordini di grandezza la previsione quantitativa precedente!
Ma noi siamo soddisfatti anche per un altro motivo e cioè per la tendenza ai numeri giusti che Scalfari ha introdotto con l’articolo di oggi, che sposta l'ipotesi da valori piccoli a valori considerevolmente più grandi. In questo modo Scalfari comincia a terremotare la sua idea disfattista di un referendum costituzionale “senza peso e senza senso”. Visto l'andazzo del suo pensiero siamo autorizzati a pensare che fra qualche domenica i numeri saranno ulteriormente aumentati a valori più consoni alla realtà, diciamo dai due votanti su tre iniziali a quindici milioni su quaranta milioni.
Ma quello che più ci irrita è un altro fatto. È come se questi numeri, comunque irrisori a suo parere, fossero ossessivamente anticostituzionali e non già per colpa della Costituzione che li prevede esplicitamente ma per colpa grave del Presidente del Consiglio! Insomma è colpa di Renzi se c’è la remota possibilità che a decidere potrebbero essere solo due voti su tre, pardon, di alcune centinaia di migliaia su 40 milioni.
Un seguace dello Stato di diritto come egli ha sempre dichiarato di essere non gli dà il diritto di prendersela con il suo avversario politico Renzi. È la Costituzione bellezza che dice questo.
Lo sappiamo che Scalfari non intende dire esplicitamente questo, ma lo lascia intendere, magari agli sprovveduti. Noi non lo siamo. E dunque la smetta di prendersela con Renzi. Se la prenda con la sua sinistra, quella della Ditta e, prima ancora, con quella di D’Alema e Prodi tanto per intenderci che per anni hanno gestito allegramente e furbescamente il Paese. Te capì?

1 commento:

Giancarlo ha detto...

Ero, e sinceramente sono, un lettore di Scalfari, il fatto che lui scriva cose su cui non concordo non diminuisce quella che era la mia stima. A sua discolpa si deve dire che putroppo, a differenza di quanto comunente si crede, l'età non porta con se tutto e solo saggezza ma, a volte, anche qualcosa di meno gradito.
Detto questo, se la ragione che lui ha per essere contrario al referendum è quella che dichiara non ha tutti i torti, ma giustamente come lei stesso scrive è la Costituzione bellezza ! Nel sistema democratico per eccellenza, almeno così ci viene posto in vendita, quello statunitense, oltre ad esserci un grande assenteismo vi è anche la possibiltà di poter esercitare il proprio diritto solo registrandosi nelle liste elettorali, ebbene non ho sentito alcuno dichiarare che quel sistema è poco democratico se non nullo! Se queste sono le regole starnazzare come le oche del Campidoglio non cambia la sostanza, oggi abbiamo molti di questi volatili, starnazzanti, e tra questi vi sono, ancora, coloro che declamano dall'alto del loro pulpito la non democratica rappresentanza di questo esecutivo perchè " non eletto"! Liberi di pensarlo, sia chiaro, ma liberi noi di invitarli a rileggersi la Costituzione, e nel caso fosse, per loro, di difficile comprensione, liberi di farsi aiutare da un professionista. ma non liberi di dire o scrivere castronate.

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