domenica 31 maggio 2009

Riflessione sui mali della società e possibili rimedi.

La società civile è in crisi profonda. Si tratta di una crisi strutturale e non congiunturale. Per certi versi ci ricorda la crisi petrolifera degli anni ’70 quando si usarono le stesse parole: strutturale al contrario di congiunturale. Ci dobbiamo dunque aspettare il peggio. Bene ha fatto il Papa a dire le stesse cose con parole dall’alto significato etico e morale. Per noi le sue parole, in questo intervento, sono musica e le apprezziamo molto. Che dire adesso per giustificare che così non si può andare avanti? Il Papa ha parlato di “mondo avvelenato da inquinamento morale”. Vero. Verissimo. Il mondo ha perduto la capacità di vedere la vita in chiave etica. Questo è il problema. E questo è tremendo. Significa cioè che gli esseri umani sono diventati molto più immorali e scostumati e molto meno puri e incorrotti. Vogliamo con pochi periodi parlarne male? Ne vogliamo parlare seriamente? Lasciamo stare le questioni economiche e finanziarie dove non si salva nessuno, politici conniventi in primo luogo. Parliamo invece di valori e di etica. Benedetto XVI ha detto pressappoco che il mondo propone “immagini che spettacolarizzano il piacere, la violenza, il disprezzo per l'uomo e la donna e intossicano l'animo, soprattutto dei giovani". Si va dal piccolo fatterello di un anziano o di una gestante che sull’autobus devono rimanere in piedi perché nessuno di alza e cede loro il posto, ai fatti più gravi della criminalità i cui membri crescono spaventosamente a vista d’occhio e che ormai considerano la vita senza valore e uccidono con ferocia gli esseri umani. Per non parlare del degrado sessuale e pornografico che viene spacciato per libertà ed emancipazione della propria indipendenza ed autonomia. In pratica è stata trovata la maniera perfetta di punire i buoni sentimenti e premiare i cattivi comportamenti. Secondo noi siamo arrivati al capolinea. Se non si fa qualcosa la società civile si imbruttirà ancora di più con serissimi rischi di ritrovarci a vivere come se fossimo nella jungla. Noi siamo contrari a questo andazzo. Qui è necessario intervenire. Qualcuno deve prendere una iniziativa forte che sia di rottura e che riesca a produrre la scossa necessaria per riprendere il bandolo della matassa. Noi pensiamo che si debba incominciare dalla politica. Proponiamo che per un’intero quinquennio tutti i politici a tutti i livelli, per spirito di servizio, debbano essere retribuiti con stipendi che siano uguali a quello di un operaio specializzato e che maggioranza e opposizione si debbano impegnare a prendere provvedimenti legislativi che prevedano di penalizzare con interventi economici tutte le attività non etiche e al contrario di agevolare tutti coloro che operano a favore delle attività etiche. Punto e basta! Chi ci sta vuol dire che è da una parte e chi non ci sta vuol dire che sta dall’altra parte. Il resto sono chiacchiere. E per favore non veniteci a dire che la Costituzione o la Legge non può imporre simili decisioni. Coloro che lo diranno saranno dei veri ipocriti e degli individui disumani di cui ne faremmo volentieri a meno. D'altronde l'arricchimento facile per i politici non lo ha mica prescritto il medico. Dove sta scritto che il politico deve prendere uno stipendio quaranta volte più dell'operaio?

giovedì 28 maggio 2009

Una campagna elettorale disgustosa e stomachevole.

E’ ormai telenovela a 360°. La campagna elettorale per le elezioni europee si è trasformata in una melassa di racconti piccanti sulle tresche coniugali di amanti esaltati e mogli deluse, evitando di essere ciò che avrebbe dovuto essere: una sfida elettorale civile sui contenuti politici dei partiti che vogliono proporre un modello di Europa e di politica europea agli italiani. Se fossimo degli insegnanti avremmo dovuto bocciare tutti i candidati eccellenti e censurare questo tipo di impostazione politica sbagliata e diseducativa. Diciamo la verità, i politici di maggioranza e di opposizione si sono trasformati in squallidi direttori di settimanuncoli di pettegolezzo: alle notizie politiche preferiscono il gossip. Si può andare avanti così? E’ serietà questa? Facciamo brevemente il punto della pseudo-campagna elettorale trasformata in campagna di pettegolezzo pubblico.
1.La disoccupazione. Il solo aggettivo che ci sentiamo di proporre nei confronti dei politici italiani che hanno conti correnti e portafogli gonfi di euro è che si vergognino loro, ma che si vergognino veramente. Se nella questione del modello educativo di famiglia hanno ragione i figli di Berlusconi a reagire con parole dure alle sconcertanti dichiarazioni del Segretario del PD, è altrettanto sconcertante che lo stesso loro papà faccia orecchie da mercante a negare supporto economico e finanziario alle famiglie che hanno perduto il posto e non hanno neanche i soldi per sfamare i figli. Bel cattolicesimo di facciata. Chi ha guadagnato miliardi di euro dalle famiglie italiane con la pubblicità e la pessima televisione di Mediaset non può fare come sta facendo papi Berlusconi disinteressandosi della rabbia dei senza lavoro. Non è ammissibile. Dunque si vergogni Franceschini per quello che ha detto ma si vergogni anche Berlusconi per quello che non ha fatto.
2.Il Vaticano. Come al solito i nostri Eminentissimi Cardinali della Sacra Chiesa Cattolica Apostolica Romana della CEI fanno due pesi e due misure sulla vicenda di Noemi e Silvio. Dicono che loro “non giudicano” e lasciano alla “coscienza di ognuno” l’arduo compito della “capacità di giudizio”. Neanche Alessandro Manzoni, che di prudenza vescovile se ne intendeva, sarebbe riuscito a dire in poche parole il “nulla universale” (le ultime virgolette sono nostre). Ipocrisia e cinismo caratterizzano queste poche, misurate, calcolate e caute parole della CEI. Piccola domandina: ma perché la Chiesa Cattolica non ha usato lo stesso metro di misura e di giudizio nei confronti di quel povero cattolicissimo Galileo quando fu condannato all’esilio per tutta la vita e isolato cieco in una casa ad Arcetri? Due pesi e due misure, per l’appunto.
3.Il problema immigrazione. Siamo alla sceneggiata più assoluta perché l’opposizione si alza la mattina e dice tutto il contrario di quello che ha detto ieri il governo. La maggioranza, peraltro, ascolta le posizioni estremiste della Lega e dice il contrario dell’opposizione. Nessuno dei due schieramenti riesce a proporre provvedimenti intelligenti, misurati ed efficaci che da un lato aiutino tutti gli immigrati onesti che lavorano e pagano le tasse (appunto pagano le tasse, loro!) creando intorno a loro un cordone di sicurezza in grado di vivere con serenità la loro nuova vita, mentre dall’altro limitino al massimo l’immigrazione clandestina con provvedimenti efficaci e giusti.
Ci fermiamo qui per ragioni di spazio. Pensiamo di avere messo il dito sulla piaga, quella piaga che perseguita il paese da molti lustri impedendoci di eleggere politici intelligenti e autonomi in grado di lavorare bene per il paese e non per il capo. Si vergognino tutti coloro che fanno bassa politica!

mercoledì 27 maggio 2009

Inidoneità e figuracce a ripetizione del Sindaco di Roma Alemanno.

Non ci piace parlare male frequentemente di una persona che non ha l’arma della replica, ma qui la cosa sta diventando preoccupante. Premesso che il Sindaco Alemanno se lo desidera può pubblicare su questo blog tutte le spiegazioni possibili, noi siamo dell’opinione che ormai è chiaro a tutti che il Sindaco di Roma è inadeguato a svolgere il suo ruolo di primo cittadino della Capitale. Gli ultimi due episodi che lo riguardano sono stati contrassegnati da due cattive impressioni lasciate da Alemanno a Tel Aviv. Invitato come Sindaco della Città Eterna a ritirare un premio è stato chiamato sul palco per la premiazione. Non ci crederete ma Alemanno, che pochi minuti prima era seduto su una poltrona di prima fila, risultava assente. Si era alzato dalla sua poltrona e si era reso irreperibile. Dicono le cronache che ha messo in imbarazzo l’intera organizzazione che lo attendeva sul palco, mentre lui non si sa dove sia andato. Un attacco di panico? Uno sgarbo istituzionale per copiare il suo più importante Collega Berlusconi che si fa attendere dalla Cancelliera Merkel nel mentre fa una telefonata? Non si è riusciti a capire che cosa sia successo. Fatto sta che dopo circa sei imbarazzanti minuti di attesa è salito sul palco e ha letto un intervento di ringraziamento, scritto su una paginetta, in italiano. Capite? Voleva farsi intendere dalla gente del luogo parlando in Italiano all’estero. Incredibile! Grande e navigato come sembra non sa che all'estero nessuno parla e intende l'italiano! In tutta la sua vita di politico non è stato in grado di imparare nemmeno quattro parole in inglese per farsi capire dalla gente all’estero. Come la vogliamo chiamare questa figuraccia? Una sbadataggine oppure la dimostrazione della sua incapacità a comprendere che su quella sedia è inadeguato?

sabato 23 maggio 2009

In politica il destino è stato avaro con gli italiani.

Con tanti milanesi seri e in gamba che ci sono a Milano, possibile che al Paese sia toccato in mala sorte l'unico milanese sbagliato, cioè Silvio Berlusconi? E' o non è un sintomo di decadenza perenne dell'Italia la presenza di un Presidente del Consiglio nel posto di maggior potere che considera delinquenti i magistrati e che ha del Parlamento una concezione da piccolo dittatore populista sudamericano? E' accettabile un individuo come Silvio Berlusconi che è appoggiato politicamente dal Vaticano e che ha una vita privata al limite della scomunica, con divorzi ad abundantiam già esecutivi e in itinere? E' mai possibile che Egli consideri l'etica un particolare trascurabile nella vita degli uomini e dei politici e che abbia fatto approvare leggi ad personam che lo rendono un cittadino privilegiato rispetto agli altri? E' mai possibile che oggi, ancor più di ieri, Silvio Berlusconi abbia il controllo totale dei mezzi di informazione televisivi e se ne serve per aumentare ancora di più il suo potere politico, mostrando un gigantesco "conflitto di interessi" mai visto in nessun paese del mondo? E' accettabile che Berlusconi Silvio offenda in diretta televisiva il Capogruppo del maggior raggruppamento politico del Parlamento europeo chiamandolo Kapò davanti a tutte le rappresentanze politiche dell'Europa e poi a mente fredda non chieda scusa? Potremmo continuare ancora per molto a proporre domande che solo a leggerne una si rimarrebbe attoniti per la gravità dei fatti che gli si attribuiscono. Il nostro blog ha spazi limitati e, dunque, ci dobbiamo fermare qui. Sappia comunque il Nostro maleamato Presidente del Consiglio che la nostra non è un'avversione personale. Noi gli siamo contrari principalmente per motivi etici e morali. Noi non possiamo soffrire i furbetti del quartierino, soprattutto quando hanno il naso lungo alla Pinocchio, che dichiarano di essere cattolici ma che del cattolicesimo non hanno mai tenuto conto nè nella loro vita privata, nè nella loro azione politica. Divorzi pure dall'attuale moglie se lo desidera, ma poi vada a vivere in un convento francescano, lontano dal mondo e dagli agi. Ancora non se ne è accorto ma i veri guai per Lui devono ancora venire. E verranno soprattutto quando si accorgerà di avere avuto nella sua vita solo ... un pugno di mosche e null'altro. Mediti, mediti e .... si converta a una vita eticamente significativa. Glielo diciamo per il suo bene e lasci stare lo star system e le tante Noemi di passaggio, tanto non lo salveranno dal detto evangelico che per Lui è il più terribile che si possa immaginare: "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco vada in Paradiso".

domenica 17 maggio 2009

Alemanno Sindaco: prima delle elezioni sembrava “una personcina così a modo”.

Qui non c’entra né la sinistra, né la destra. Non è nè una questione politica, né di ideologia. E’ una questione di buon senso e, soprattutto, di capacità di saper governare un Municipio complesso come quello di Roma che non ha guadagnato nulla dal cambio di Giunta. Ma vediamo un po’ meglio, nei dettagli, il perché di questo dramma che devono vivere sempre i romani all’indomani di ogni elezione a Sindaco di qualcuno che alla fine si dimostra essere inadeguato. Abbiamo da un anno un nuovo Sindaco, il Sig. Alemanno, che durante la campagna elettorale aveva promesso mari e monti per un cambiamento irreversibile della gestione del Comune. Aveva promesso sicurezza e funzionalità dei servizi comunali, regole e norme di convivenza migliori per cambiare in meglio la vita della capitale. Stiamo assistendo invece al più inetto dei comportamenti che un sindaco avrebbe potuto mettere in atto, e cioè di dire che la città adesso con il cambio di amministrazione funziona molto meglio di prima, nascondendo i problemi che la stampa e i media di questa città non osano svelare per paura di subire sgradite rappresaglie. Volete un piccolo campionario? Eccolo. Difesa corporativa dei tassisti e degli impiegati municipali, nonché sistemazione degli "amici" nelle municipalizzate, che continuano sempre di più a non funzionare. Strade con buche enormi non asfaltate, zero in idee per la raccolta differenziata e vuoto assoluto in progetti. Due esempi per tutti. 1) I taxi a Roma. E’ da poco la notizia che la magistratura sta rinviando a giudizio i tassisti romani che due anni fa bloccarono con 5000 taxi su 6200, Piazza Venezia e l’intero centro storico di Roma commettendo una serie di reati che adesso sono loro contestati. Cosa fa il Nostro Sig. Sindaco? Invece di dare nuove licenze per un aumento contenuto delle tariffe accetta il suggerimento del suo sponsorizzato capo ribelle dei tassisti d’assalto, diventato nel frattempo Senatore della Repubblica per essere stato inserito nelle liste berlusconiane, che non solo fa aumentare di più i costi delle corse ma addirittura restituisce le licenze confiscate ai tassisti condannati per falso e altri reati, buttando all’aria l’etica e la morale. Te capì? 2) I posteggi auto a Roma. Da quando è diventato sindaco, il Sig. Alemanno ha eliminato quasi tutti i posteggi a pagamento. La conclusione è che in centro non è rimasto un solo posto libero per posteggiare perché all’interno di quelle che furono le strisce blu ci sono auto che stanno ferme settimane e mesi, per giunta senza scontrino e senza multe. Non parliamo poi dei posti auto per disabili che è una delle più gravi sconcezze mai viste in un paese che dice di essere civile. Non si vede un solo vigile in giro che faccia il suo vero lavoro che è quello di multare chi commette soprusi e di sanzionare le infrazioni, per non parlare dei reati. Il risultato è macchine in seconda e terza fila dappertutto. E la città sta scivolando sempre di più verso un “terzomondismo di ritorno” che ha dell’inammissibile. Te capì? Morale. Con Veltroni e il suo scalcagnato centrosinistra pieno di no-global e di verdi arraffa-tutto i cittadini a Roma hanno vissuto per anni nella palude del peggior sinistrismo. Con Alemanno i cittadini stanno vedendo le stesse cose colorate da centrodestra, in cui le azioni amministrative vengono edulcorate dal “nullismo municipale” che copre le incapacità e le incompetenze. Di chi la colpa? La risposta è una sola: dei romani che non sono più riusciti a far eleggere un Sindaco in gamba, che prima di essere severo con gli altri fosse severo con se stesso. Ma a Roma, merce di questo genere è rara, come le mosche bianche: praticamente non esiste. Ciò che si trova nella piazza è solo un’accozzaglia di sanguisughe di sinistra e di destra che hanno sempre fatto i propri interessi. E Alemanno, sornione che vende fumo dalla mattina alla sera, non risolve problemi che fa finta non esistere. Te capì?

sabato 9 maggio 2009

Decreto antifannulloni e crisi del sindacalismo.

Un decreto antifannulloni del Governo non si era mai visto. Ma è così. Si tratta di un decreto legislativo che entra il funzione immediatamente il giorno stesso della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. L’introduzione nel Pubblico Impiego della meritocrazia è una innovazione clamorosa, mai vista in precedenza nell’intera storia della Repubblica. Attenzione però! L’iniziativa non è né bizzarra, né sbagliata. Anzi, è giustissima, posto in essere che nel Pubblico Impiego si sono verificati casi inverosimili di “demotivazione” al lavoro, tanto da indurre la magistratura a mettere fine alla pessima abitudine di non lavorare e prendere contemporaneamente lo stipendio senza far niente. Qui non c’entra la fantozziana memoria del duo “Fantozzi-Filini", quando all’indomani del pensionamento, i due si presentarono all’ufficio postale per prendere la prima pensione e il rag. Filini ebbe a dire al rag. Fantozzi: “caro ragioniere, è incredibile quello che ci sta succedendo. Pensi che non solo non lavoriamo, ma addirittura ci pagano per non lavorare. Che meraviglia!”. Qui si tratta del fatto che l’indice di produttività degli statali è sempre stato basso, molto basso, al limite è stato così basso che sarebbe stato meglio chiudere tutti quegli uffici che si sono trovati nel tempo in quelle condizioni. L’unica critica che sentiamo di fare al provvedimento preso dal Consiglio dei Ministri è che avremmo desiderato che fosse stato il risultato di una decisione collegiale presa in sintonia con i sindacati. Invece, e qui sta l’innovazione, il decreto è imposto dal governo ai sindacati perchè questi ultimi sono stati e sono completamente contrari al provvedimento. Noi pensiamo che il principale responsabili della pessima produttività del lavoro degli impiegati statali nelle pubbliche amministrazioni è da ricercare nella colpevole irresponsabilità dei sindacati confederali, la cosiddetta ex-Triplice sindacale, che si è sempre opposta a qualsiasi possibilità di introdurre degli indici di meritocrazia nel lavoro pubblico. I veri responsabili della pessima burocrazia italiana, e di conseguenza di un apparato obsoleto e completamente fuori da qualunque significato di lavoro inteso come “servizio” è stata la decisione dei sindacati di dire sempre no, e soltanto no, a qualunque controllo della produttività degli impiegati pubblici e alla totale opposizione dell’introduzione di incentivi da dare solo ai più bravi e meritevoli. Per i sindacati l’introduzione della valutazione del merito sarebbe stata la pietra tombale dei loro iscritti e, dunque, si sono sempre opposti. Ragioni di bottega e non di ideali hanno fatto si che essi siano stati sempre avversari di qualunque innovazione su questo punto. La verità è che il sindacato pubblico in Italia è sempre stato guidato da mezze figure che hanno sempre considerato il ruolo sindacale come clava politica contro tutti i governi, minacciandoli di scioperi. Questi sindacati, a nostro parere, non hanno più alcuna funzione nel mondo contemporaneo. Essi sono sempre stati contrari al mercato, alle regole chiare, alla competizione e alla trasparenza. Sono sempre stati attenti alle forchette e poco disponibili a prendere decisioni a favore di interessi super partes. Sono stati feroci intransigenti al controllo della produttività, avversari non comuni dell’incentivazione del merito, abili nel ricattare i governi e le pubbliche amministrazioni con scioperi mirati, e hanno negato sempre il diritto alla valutazione dei lavoratori anche in casi eclatanti di lassismo e di assenteismo ripetuto. Si potrebbero citare molti casi in cui il sindacato si è mostrato ambiguo nell'accusa a quei “lavoratori” pubblici che sono stati arrestati dalla Guardia di Finanza perché scoperti con banconote frutto di tangenti intascate e nascoste nelle mutande. A Roma anni fa vi è stato il caso di un impiegato comunale arrestato in queste condizioni. A questo punto ben vengano notizie che impongono la logica della meritocrazia. Ai sindacati invece diciamo che “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. La loro crisi di rappresentanza è la logica conseguenza di essere diventati nel tempo bottegai e difensori del proprio orticello. Che squallore!

Support independent publishing: buy this book on Lulu.