mercoledì 25 marzo 2009

Con l’approvazione della legge su "Roma Capitale" i problemi di Roma, dicono, sono stati interamente risolti. Siamo proprio sicuri?

Evento epocale quello di ieri per Roma. E’ stata finalmente approvata la legge su “Roma Capitale”. L’entusiasmo dei romani e, soprattutto, dei politici locali è alle stelle. Maggioranza e opposizione insieme, in un solo afflato e tutti abbracciati, mostrano di essere soddisfatti. Dicono che inizia adesso una Nuova Era per Roma, perché la nuova legge permetterà di realizzare ciò che sempre la Capitale ha desiderato di più e cioè diventare una città metropolitana come è avvenuto con Berlino, Londra e Parigi. Pensate che la nuova legge, approvata in via definitiva, prevede di sostituire alla vecchia dizione di “Consiglio Comunale”, la nuova formula di “Assemblea Capitolina”. Un passo da gigante. Anzi, una vera e propria rivoluzione copernicana della municipalità dei figli della Lupa. Insomma, un vero successo politico e di immagine per la Capitale. Questo il fatto e veniamo alle nostre libere opinioni. Nel campo del localismo italiano in generale, e romano in particolare, diciamo subito che noi siamo scettici e diffidenti. L’esperienza ci ha abituati a diffidare ed essere sospettosi verso una classe politica pessima che non è mai cambiata, soprattutto quando c’è di mezzo la forchetta. Le dichiarazioni ampollose e retoriche del Sindaco Alemanno e dei Consiglieri del Comune di Roma ci rendono dubbiosi circa il fatto che adesso, con un colpo di spugna, i problemi di Roma siano stati tutti annullati. Il perché è dovuto al fatto che conosciamo di che pasta sono fatti i politici dell’intero territorio metropolitano. Pensate che a Roma ci sono un Sindaco dai poteri enormi, un Consiglio Comunale, pardon, un’Assemblea Capitolina di ben 60 Consiglieri, una Giunta municipale che comprende più di una decina di Assessori, la bellezza di 20 Municipi con 20 altrettanti Dipartimenti, ognuno dei quali ha Presidente, VicePresidente, assessori di tutte le salse, e una quantità incontrollata e incontrollabile di portaborse, di Segretari che vivono da sempre a carico della municipalità. Ebbene queste migliaia di uomini politici cosa hanno realizzato finora? Un fallimento. Una città che è a livello di “terzo mondo”, un traffico che è il più intasato e vergognoso dell’intero pianeta, uno smaltimenti dei rifiuti che è un vero scandalo, una politica dei trasporti fallimentare in grado di avere costruito negli ultimi cento anni appena due linee metropolitane, vecchie e ingestibili, una gestione della sicurezza che è fallimentare, un corpo di vigili municipali che è da una parte il più nutrito al mondo e dall’altra è una parodia del film Il vigile di Alberto Sordi, un sistema iniquo e ottocentesco di funzionamento dei servizi municipali che intascano soldi a palate ma non danno servizi adeguati. Ci fermiamo qua per carità di patria e di spazio, ma ci vorrebbe un libro come un volume dell’enciclopedia Treccani per contenere una parte degli episodi di parassitismo, di sprechi, di cattivi usi, di sperperi e di comportamenti immorali di impiegati municipali (alcuni presi dai Carabinieri con una tangente di migliaia di euro nascosti nelle mutande) che farebbero inorridire anche il più ingenuo e acceso filo-romanista. Noi conosciamo gli appetiti politici municipali che coinvolgono tutti, maggioranza e opposizione. Conosciamo la loro arroganza e incapacità nel gestire il potere e conosciamo anche il loro cinismo che si manifesta sempre infischiandosene della collettività. “ Francia o Spagna purché se magna” è sempre stato il detto che ha saputo meglio di altri interpretare autenticamente il senso della romanità moderna. Dunque, non crediamo un fico secco che i problemi di Roma si siano adesso sciolti “come neve al sole” perché c’è una nuova legge che migliora le entrate finanziarie del Municipio. Noi temiamo che si tratti dell’ennesima pubblicità gratuita per giustificare una maggiore spesa per la Capitale (ovvero per le proprie tasche), più impiegati per il Comune (ovvero l’esigenza di consolidare il nepotismo romano), più vigili per le nuove esigenze (ovvero più immagine e meno efficacia sulle strade), più palazzi per la nuova assemblea comunale (ovvero più occasioni per lucrare nelle compravendite e negli affitti), più aree edificabili (ovvero più disponibilità verso le voglie di finanza allegra per gli amici palazzinari) e, infine, più prebende per i politici locali (qui sono tutti d’accordo nel dividersi la torta). Noi crediamo che la verità l’ha già detta un concittadino illustre romano, ovvero il poeta dialettale Trilussa, il quale ha detto a proposito dei suoi concittadini che : “ O monarchico, o prete, o socialista, l’Omo è stato e sarà sempre egoista”.

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